Bagnara

In tutta la pianura romagnola, Bagnara di Romagna, oggi inserito nel club dei “Borghi più Belli d’Italia” costituisce un raro esempio di castrum medievale integralmente conservato.

In primavera ha luogo la ghiotta Sagra del Castrato e a settembre, Popoli Pop Cult Festival anima e colora l’antico borgo. Ogni luogo, edificio storico, spazio aperto, ospita spettacoli di danze da tutto il mondo, stand dedicati alle varie cucine etniche e alla gastronomia romagnola, mostre d’arte e fotografiche.

Le eccellenze di Bagnara

Rocca Sforzesca

L’attuale rocca sorse nel quindicesimo secolo sulle rovine della precedente. La sua ricostruzione richiese diversi decenni ed è forse dovuta ai signori che allora si avvicendarono nel dominio di Bagnara: il vescovo di Imola, i Manfredi, i Colleoni, Girolamo Riario e Caterina Sforza.Le ultime opere apportate furono il mastio, situato a ovest e risalente al 1479 e gli eleganti loggiati attribuiti alla stessa Caterina. Dopo l’effimera conquista di Cesare Borgia detto “il Valentino”, intorno all’anno 1500, a Bagnara seguirono alcuni decenni di instabilità, fino a quando la località tornò alla Santa Sede. La rocca divenne la residenza del commissario vescovo di Imola, per cui fu riconvertita a questa nuova funzione con la copertura in laterizio delle due torri e la sistemazione degli altri ambienti a destinazione civile. Nel Seicento fu anche soppresso il ponte levatoio, che collegava direttamente la rocca con l’esterno, e del quale sono tuttora visibili i ganci e lo scivolo. Dopo l’unità d’Italia fu acquistata dal Comune e adibita a varie destinazioni. Oltre al mastio, del quale si possono visitare la sommità, le casematte e il sotterraneo, merita uno sguardo anche l’altra torre, posta a est, che ricorda l’antica costruzione viscontea, un autentico gioiello. Si possono anche osservare le bocche da fuoco e i sistemi difensivi precedenti, l’elegante loggetta di Caterina, il cortile recentemente ripristinato e la sala di rappresentanza. Alle sue pareti sono appesi otto pregevoli quadri, opere del Seicento e del Settecento, lascito di un signore bolognese. Oggi ospita al suo interno il Museo del Castello, in cui si possono seguire percorsi che raccontano, anche grazie a preziosi reperti archeologici, la storia del territorio e dei suoi stili di vita sin dall’Età del Bronzo, oltre a memoria e racconti delle personalità dei Signori della Rocca.